EZRA POUND UNIVERSITY

"Se un uomo non è disposto a perdere la sua vita per una idea, o vale poco l'idea o vale poco l'uomo"

domenica 12 giugno 2016

Le vere cause della II Guerra Mondiale

superati i 16.000 "visionatori", certamente altri "necessitanti di apprendere la VERA STORIA" si aggiungeranno per sorpassare i 20.000 che apriranno gli occhi e la mente

venerdì 15 aprile 2016

UN BEL RICORDO

OLGA RUDGE, compagna di Ezra Pound, con Antonio Pantano il 1° febbraio 1985 dopo il POMERIGGIO PER POUND al Teatro Salone Margherita - Il Bagaglino, di Roma, presenti le massime autorità culturali italiane : Aglae Sironi, Ala Marinetti, John Drummond e la moglie Fifi Tornabuoni, Vera de Rachewiltz, Ettore Paratore, Dino Del Bo, Turi Vasile, Salvatore Valitutti, Francesco Mercadante, Francesco Grisi, Luigi Tallarico, Alfredo Cattabiani, Franz Maria D'Asaro, Giano Accame, Claudio Quarantotto, la dirigenza del sindacato scrittori al completo, artisti, cineasti, attori di teatro, giornalisti, diplomatici, personaggi della politica



lunedì 4 aprile 2016

In memoria di MARIELLA TOGNA del Servizio Ausiliario Femminile..

Io so - e scrissi, anni addietro - di DOMENICO TE, sopravissuto ad El Alamein, riparato in Sardegna e, subito, inquadrato nella Repubblica Sociale Italiana nel NEMBO. Combattè sul fronte di Nettunia. Fu sfracellato alle porte di Roma, ricoverato in ospedale da campo germanico e poi al Celio, ove il padre, ufficiale medico, lo rintracciò, portandolo a casa a Roma. La mattina di pasquetta 1944 scomparve. Raggiunse il Suo NEMBO, senza dar notizie alla famiglia. Morì in combattimento a Pont Saint Martin, Valle d'Aosta, contro gli americani il 28 aprile 1945. Ignorandone la sorte, la Madre, per 30 anni conservò sempre un posto libero a tavola.
In memoria di MARIELLA TOGNA del Servizio Ausiliario Femminile..
(spigolando in rete...)

"Mamma andò a curare i feriti della Folgore chiamata dall' ufficiale medico Fusarpoli perché le suore del Celio non volevano curare i feriti della Folgore. E quando ci fu la ritirata mio padre, prima di andare al nord passò al Celio e caricò tutti i paracadutisti feriti su dei camion, caricò i medicinali e mia madre! Tra i feriti al Celio che ebbero lo stesso trattamento dalle suore,c'erano anche quelli del Barbarigo. E lei curò anche loro! Però avrei un piacere da chiederti. Se mi puoi aiutare.
Tra i ricordi più belli di mamma ci sono proprio i ragazzi del Barbarigo perché poco dopo fecero tutti quella fine orrenda e lei se li ricordava uno per uno. Le regalarono il fazzoletto e il distintivo del Barbarigo e lei li ha sempre conservati come un gioiello preziosissimo. Però io non so nulla di questo. Lei ne parlava poco come se volesse conservare quel ricordo preziosissimo in una cassaforte. Mi diceva che le faceva male al cuore parlare di quei ragazzi perché quando li salutò, loro sapevano che andavano incontro alla morte. Invece io vorrei sapere di più..... (La figlia).
E' scomparsa da questo mondo terreno. Ha lasciato questa sgangherata Repubblica senza Patria, ha raggiunto idealmente i cento e cento ragazzi del "Nembo". ritrovando i loro volti sorridenti, ritrovando una diversa e sognata Patria non più ingrata e irriconoscibile: ha incontrato i tanti ragazzi da Iei curati nelle corsie del Celio. assistiti amorevolmente. rincuorati. rimessi a nuovo in quella drammatica primavera del 1944. quando Mariella. crocerossina volontaria. prestava servizio all'ospedale militare di Roma ed aveva in cura con altre giovani volontarie. i tanti ragazzi che il fronte di Nettuno le inviava a decine e che le ragazze rimettevano in condizioni di riprendere a vivere. Chi non ricorda Mariella la nostra affettuosa infermiera. L'angelo bianco che si aggirava fra le corsie in mezzo a quella moltitudine dolorante. cambiando fasciature. rinnovando medicazioni. distribuendo pasticche e pozioni e con le prestazioni professionali regalava a tutti una parola d'amicizia. un dovuto ringraziamento. un se uno di solidarietà umana. un buffetto sulla guancia, una frase scherzosa. una parola d'incoraggiamento, un semplice aiuto a riprendere a camminare dopo una ferita. ed un saluto fraterno a coloro che. guariti. lasciavano l'ospedale per tornare a casa o riprendere il loro posto di combattente e credente fra i ranghi del "Nembo". quel piccolo reparto schierato sul fronte della Moletta da febbraio. che avendo dato prove ineccepibili di valore e di sacrifici perdendo oltre la metà dei suoi effettivi.
In quel momentaneo saluto, c'era anche un po' di Mariella. La sua professionalità e il suo contributo morale la nascita di amicizia e il valore di una scelta - elementi fondamentali della sua popolarità. Il "Nembo'' era entrato in azione nel febbraio. Era in assoluto il primo reparto delle FFAA della RSI a riprendere il posto che competeva agli italiani dopo, il tradimento del settembre 1943. Aveva uno slogan semplice ma efficace: "Per !'Onore d'Italia ". Erano i ragazzi di Rizzatti e di Sala. erano i giovani volontari di Piazza Colonna e di Spoleto, i ragazzi di Pistoia e di D'Abbundo, frementi di entusiasmo e desiderosi di battersi. Al primo attacco, dopo il fatidico 16 febbraio 1944, i 300 erano rimasti in 150. I sei ufficiali ridotti alla metà, 16 i sottufficiali sui 23 iniziali e il battaglione era stato concentrato e strutturato in una sola compagnia: la Nettunia/Nembo. poco più di un centinaio di volontari fra giovani e veterani. Un mese più tardi,. grazie all'afflusso di nuovi volontari. gli effettivi erano risaliti al livello iniziale e sei plotoni d'assalto erano distribuiti fra la Moletta e Bosco dei Pini. Fra i nuovi arrivati. un giovane ufficiale dei reparti giovanili del PFR., Augusto Lucchetti, che, pur di tornare a battersi aveva rinunciato al suo grado e da semplice volontario combatteva per l'Onore. Era l'uomo che il destino aveva scelto per Mariella! AI nord si stava preparando il "Folgore" con oltre 1600 volontari, il nuovo Reggimento che avrebbe raggiunto il leggendario "Nembo" nella primavera. assegnato dalla Storia alla difesa di Roma.
Da febbraio a fine maggio, il "Nembo" rimase in linea, trasformando (la Battaglione a Compagnia e poi ancora in Battaglione ebbe altri caduti, altri feriti, altri complementi: sembrava indistruttibile!
Molti dei nuovi feriti raggiunsero il celio dove trovarono. con Mariella. sorella Giovanna Crespi. Maria Magenta. Mara Maggiora arrivate a dare una mano e curare i tanti feriti, spesso colpiti al capo dai famosi sniper con Enfield munito di cannocchiale. Lo stillicidio continuò. i caduti raggiunsero i 72 registrati con altri 10 ignoti. 36 i dispersi. 120 i feriti. e fra questi ultimi giunse anche Augusto Lucchetti, ferito al capo da una pallottola impazzita che girò in tondo a all'interno dell'elmetto producendo minuscole fratture. Veniva dal caposaldo di Tor San Lorenzo ed aveva riavuto - doverosamente - il suo grado di sottotenente meritato in battaglia. Si era distinto in combattimento per slancio, abnegazione, esempio, sacrificio. Al Celio lo consegnarono a Mariella che si prodigò per salvarlo e restituirlo alla vita. riuscendoci: "preso in cura". lo rimise ben presto in piedi. con una vistosa fasciatura che lo rendeva simile ad un sik indiano. malfermo ancora. ma vivo e desideroso di riprendere quanto prima la sua efficienza. Una medaglia d'argento al valor militare, fu il giusto premio al suo valore.
Quando il "Folgore" raggiunse il fronte di Roma, si ebbero altri caduti e molti altri feriti e Mariella non esitò a raggiungere le retrovie per essere più vicina ai feriti negli ospedaletti da campo. incurante dei pericoli. dei bombardamenti dal cielo e le cannonate che arrivavano da terra e dal mare. vivendo pericolosamente - in tende rosso crociate - la cita del soldato. Per questo coraggio spinto sino al pericolo di vita. Mariella Togna ebbe una Medaglia di Bronzo al valore; tu una delle pochissime Ausiliarie della RSI decorata al valore.
Rivide Augusto ritornato al fronte e fra i due nacque un delicato sentimento affettivo. un forte legame chiamato amore sbocciato fra mille pericoli ma saldo. robusto. temprato da una comune volontà a battersi per la giusta causa che avevano entrambi abbracciato.
Negli ultimi scontri di retroguardia, del giugno 1944, il "Nembo" si batteva col consueto slancio e con rinnovato valore. E Augusto Luchetti ebbe ancora occasione per combattere alla disperata quella dura battaglia: si prese un'altra ferita nello zigomo con fuoriuscita dall'orecchio e si meritò un'altra decorazione al valore. una Medaglia di Bronzo al v.m. Ancora una volta Mariella dovette curarlo. ricucirlo e rimetterlo in ordine. Divenne l'ufficiale più ferito e più decorato del Rgt. "Folgore".
AI nord, dopo la battaglia di Roma. il "Nembo" venne rinsanguato con altri volontari e Luchetti ebbe il comando di un plotone col quale combatté in Piemonte contro banditi e fuorilegge politicizzati. Al comando del Battaglione . dopo il Capitano Corradino Alvino, era subentrato il Capitano Luciano Bernardi. - un veterano di Corsica e di Nettuno - e fu lui che guidò il "Nembo" nell'ultima ritirata in Val d'Aosta verso il nemico di sempre. Ancora una volta Mariella seguì le vicende del "Nembo". fino all'ultimo ed ancora una volta Augusto Lucchetti venne ferito (era l'ultimo giorno di guerra) e riconsegnato a Mariella per farsi rabberciare alla meglio. visto che la guerra era ormai finita anche per gli irriducibili paracadutisti della RSI. Gli aspettava di diritto un'altra decorazione. ma ormai non c'era più tempo per simili cerimonie. Li attendevano come perdenti i campi POW: la patrie galere dove rinchiudere i valorosi per dare spazio alla vigliaccheria.
Poi. finita la burrasca. Augusto Lucchetti e Mariella Togna trovarono il tempo per sposarsi e mettere su famiglia. Era subentrata la pace!"

giovedì 24 marzo 2016

LA RIVOLUZIONE EZRA POUND di Antonio Pantano (2003)

LA RIVOLUZIONE EZRA POUND di Antonio Pantano
Il mercato
Come mai il XX secolo vide nascita e convergenza di avanguardie rivoluzionarie nella creazione, in cultura come in politica. Coincidenze storiche non casuali, certamente non determinate dalla evoluzione tecnica. All’alba del secolo Ezra Pound scelse il “mestiere” di poeta, cui impose metodo e disciplina coordinati dalla consuetudine di spirito e di orecchio nella familiarità delle tecniche anche antiche. Strumento ottimamente usato, facilitato dalla frequentazione, apparentemente casuale, del giacimento di studi sinologici di Ernest Fenollosa. La straordinaria disinvoltura nell’uso della costruzione e del ritmo poetico non aiutarono Pound a conquistare i travet delle università, i mestieranti delle accademie, i “mancati creatori” costituenti i plotoni pettegoli della critica: folgorati comunque, furono tutti sopraffatti dalla più banale invidia per la naturalezza poundiana nel catturare suoni antichi e ritmi impossibili, trasformati in nuovissimi ritmi e suoni impossibili. 

Il “bel verso” fulminato da Pound con voluta incostanza creò delusione negli addetti ai lavori, i quali sentenziarono ferocemente che esso era stato trascurato per cervellotici propositi, tacciata da “idiozie”. In tal modo il lettore, dilettante o curioso, preparato o casuale, fu artatamente allontanato dal “Miglior Fabbro” malgrado a Pound fossero riconoscenti, per magistrale superiore capacità, gli altri più validi creatori contemporanei. Non solo, ma americano in Europa, e, quindi, condizionato dalla superficialità scolastica della terra d’origine soprattutto per l’educazione umanistica, non fu tollerato da altri critici, vestali della storia filologica, che stroncarono aprioristicamente i non comuni studi comparativi, condotti in una autonoma ricerca, sulle radici della poetica italica, cioè su Guido Cavalcanti e Dante Alighieri. L’intolleranza preconcetta superò ogni limite con l’addebito a Pound di aver poi infarcito la maggiore creazione poetica “in progress”, i Cantos, di innesti di citazioni, di riferimenti allusivi storici ed inspiegabilmente minori o banali, legati a dettagli d’ordine extrapoetico vertenti sul denaro, l’economia e argomenti analoghi. Il resto, il costante dilagare nel campo dei principi fondamentali dell’esistenza umana, sulla morale, il costume, i rapporti civili, l’etica, fu preso come fattore monomaniacale, indicato sterile ed inutile. Per altro, in questa azione repressiva, vi fu chi riconobbe la “pericolosità” del pensiero poundiano, ammantato di demagogia, ancorato sul non fondamentale rapporto con l’individuo, il quale, alla fine delle considerazioni, è frammento episodico della storia, essendo questa prodotto casuale corale di azioni dialettiche, se mai coordinate in una “linea generale” utile e necessaria a chi quella definisce. I travet del “bel verso”, i pescatori eunuchi di seppioline sentimentali, complessati da carenze affettive ed intellettive analizzate dal dottor Freud, ebbero certamente paura del costrutto poundiano, fondato su un nuovo modo di proposta delle idee e del pensiero: la non classificabilità in categorie prestabilite, la non omologazione (pessimo termine di ordine geometrico) alle coloniali truppe delle fazioni di parte (politica o religiosa – nel XX secolo il problema fu posto solo sul piano delle fazioni), ma, soprattutto, la fondamentale preoccupazione di andare a contestare ordini secolari instaurati, consuetudini accettate e incancrenite, nel vano tentativo di dare peso e rilievo all’Uomo. Si immagini, poi, cosa dire al cospetto del temerario atto di imitare suono, metrica, voce e spirito del divino Dante per dar spazio e parola, nel XX secolo del Futurismo, a Marinetti dall’Oltretomba, nella stesura di getto di “Presenza”, il 72° dei Cantos, creato in italica lingua, ove Effe Ti squarcia il tempo e la storia con:
“PRESENTE” E,dopo quel grido forte, mesto aggiunse: “In molto seguii vuota vanitade, Spettacolo amai più che saggezza Né conobbi i savi antichi e mai non lessi Parola di Confucio né di Mencio Io cantai la guerra, tu hai voluta pace, Orbi ambidue! all’interno io mancai, tu all’odierno.”

E poco oltre, nell’incontro evanescente con Manlio Torquato Dazzi, citando l’amato Marinetti, ebbe a cristallizzarne il sintetico significato con:
“Sovra-voler produce sovra-effetto”
Il pretesto dell’ostracismo, mantenuto per decenni dalla creazione, ed uno dalla morte di Pound, fu l’attribuzione di faziosità a questa come alla successiva cantica poundiana “Cavalcanti – Corrispondenza Repubblicana”, indicata come 73° dei Cantos, steso di getto a causa della distruzione bellica, per mano delle forze armate alleate, concittadine del Poeta, del Tempio Malatestiano di Rimini, e per cantare il sacrificio di una ragazza di Romagna “stuprata / Po’ prima “ dagli stessi alleati, che questi condusse in zona minata, immolandosi con loro. Per l’irriverenza poundiana d’aver cantato episodi non graditi a chi la guerra vinse, vi fu anche chi ardì mettere in dubbio la veridicità dell’episodio (registrato sulla stampa del tempo – mentre di Romolo e Remo o dello stesso Cristo sono scarse le registrazioni scritte coeve), alimentando lo zelo in servilismo dei critici di mestiere, e, per ciò, di “ prezzo”. In sostanza, una attività “di mercato” sostenuta per oltre mezzo secolo tesa a screditare e sminuire l’opera, e l’esistenza, di Pound, posta in essere da chi, trattandone “in esclusiva” per la limitatezza del campo speculativo e per le pressioni d’ordine fazioso, sull’opera del Poeta campò allegramente traendone lucro e piccoloborghesi soddisfazioni di carriera. Ciò con corollario di editori di “buona volontà” che fortuna e carriera hanno imbastito solo sulla pubblicazione di opere poundiane, forse lucrando poco in moneta, ma certamente molto in prestigio.

E i contenuti? I contenuti, cioè ciò che Pound, usando la personale innovazione creativa, pose a base dell’intera opera, furono posti in ombra, non solo perché inintellegibili dal criticume rituale, ma, soprattutto, perché inaccettabili non per propria convinzione, ma per dettato “di fede”, e quindi apodittico, “delli superiori” che i massimi sistemi di governo impongono e controllano. Ma l’opera di Ezra Pound è, senza ombra di dubbio, realmente rivoluzionaria, non tanto per la “forma”, quanto per il messaggio razionale scaturito dalla mente del Poeta.
La rivoluzione
Chi, avventurandosi nella lettura dei testi disponibili, desiderasse avere idee chiare sugli accadimenti in generale, e dei nostri tempi in particolare, ha indubbie difficoltà nel discernere strade da percorrere per tentare di godere di barlumi che conducano alla verità. In campo teologico, per millenni, almeno nel mondo europeo, ha avuto il dettato biblico come unica fonte di attendibile riferimento, anche se grossolanamente infarcita di approssimazioni, anche se storicamente affastellata su dati inesatti, anche se visibilmente insostenibile al confronto di accadimenti storici recenti e, per ciò, verificabili. Summa di prescrizioni dall’intendimento morale, fu comunque perno di credo religioso e di dominazione politica, avendo ad essa ancorato, nei secoli, la maggior parte del potere esecutivo e legislativo operante. L’Uomo fu sottomesso al potere, legittimato dal riferimento biblico, nel mondo europeo ed occidentale, e per il potere esso fu strumento incluso nella “ragion di stato” ad ogni costo, con la conseguenza logica che chi lo stato rappresentava (o di esso si arrogava la rappresentazione) e chi questi serviva esercitava nei confronti del resto del consorzio umano qualsiasi autorità. Il distacco dei coloni stabilitisi sul continente americano dalle terre d’origine, e dal potere che da queste proveniva, fu atto sentito da ogni individuo anelante alla libertà, e fatto storico analizzato profondamente dal giovane Ezra Pound. 

Nel contempo, però, per le frequentazioni letterarie e poetiche, per le indagini appassionate nei documenti e nei dettagli della storia europea in particolare ed universale, le comparazione condussero Pound a non sentir doverosa, e perciò imposta, la condizione umana, ma possibile di altre prospettive che avessero collocato l’individuo non a cardine di una condanna ma di una posizione privilegiata e libera. La storia non fu considerata da Pound riferimento inappellabile, ma condensato degli accadimenti riguardanti la passata fase temporale suscettibile di soggettive descrizioni, dacché le registrazioni essa riguardanti erano, nel tempo, effettuata da amanuensi non sempre sinceri, da storici sovente condizionati da pregiudizi. In “Guide to Kulchur” (si tenga presente il termine “Kulchur” invenzione poundiana alla pari di infinite altre, ma efficace sintesi di ironia lessicale) Pound non tralascia di puntualizzare un criterio fondamentale in proposito. E la prima espressione del capitolo “Malattie”, posto quasi a compendio dell’opera, è: Falsificazione della storia. Con l’immediata conseguenza della Falsificazione delle notizie che diviene laconico secondo paragrafo del capitolo, non necessitante di spiegazioni. Ne scaturisce l’imperativo poundiano di avversare aprioristicamente le “vulgata” perché certamente macchiate da falsità interessate. La terza proposizione dello stesso capitolo è assai più articolata, ma di sorprendente sintesi espressiva: “IMBECILLITA’ del sistema di tassazione: per il costo dell’esazione; per le ovvie possibilità di ingiusto accertamento; per la possibilità di frode nelle restituzioni; considerando il suo incitamento a delinquere; per il fatto di far diventare delittuose attività che di per sé sono assolutamente innocenti; per le ostruzioni che produce alla circolazione di merci e denaro”.

Prescindere da ciò che, non solo nei Cantos, ma nella gigantesca pubblicistica, Pound ha spiegato e sostenuto sul piano del vivere quotidiano, cioè dell’economia, significa non solo rendere a Pound un torto, ma far professione di disonesta e di circoscritta
capacità intellettiva. Il punto focale della speculazione poundiana è il rapporto tra gli individui, condizionato essenzialmente dagli artifizi ingannevoli che il rapporto economico può comportare. Ma se sul piano individuale lo scambio al mercato quotidiano tra il produttore di una merce e l’aspirante acquirente della stessa è condizionato da fattori contingenti, comunque circoscritti al momento limitato, sul piano generale l’inganno sostenuto dalla prepotenza del potere (qualunque potere, anche quello religioso) è inumano, perciò inaccettabile. Pound – ma con Pound chiunque abbia rispetto e considerazione per il proprio prossimo – non può accettare la sovranità imposta cosi come non può tollerare ciò che la sovranità dell’individuo condiziona. Ed il denaro, con le implicazioni collaterali mai conosciute dalle grandi masse umane, è altro perno della schiavitù reale, soprattutto nel tempo moderno, imposta all’umanità da scaltri prevaricatori assetati di avidità, di prepotenza, di intolleranza, di nessun amore per i governati. Cosi come inaccettabile deve essere la rassegnazione umana al cospetto del potere, della prepotenza. 
Qui, in questi termini, è la vera rivoluzione di Ezra Pound. Si ha poco da dire, o da attribuire a potenti delle religioni intenzioni caritatevoli o di denunzia di malessere e dei disagi delle moltitudini: è nei fatti storici, è nella posizione reale e concreta che questi assumono verso chi – in maggior stato dominante – detiene i cordoni della borsa e condiziona l’umanità con carestie o sradicamenti di massa, che si vede la genuinità d’animo dei potenti. E se estemporaneamente si ode parlare di annullamento del debito contratto internazionalmente da popoli deboli ed eternamente poveri, si ha il dovere di diffidare di chi sostiene palliativo momentaneo, mentre tralascia il doloroso atteggiamento di aiutare nel concreto, sul loro territorio, con provvidenze senza costo ed interessi, mediante applicazione per gestori onesti e disinteressati, non solo a riprendere quota, ma a proseguire nel vivere in assoluta indipendenza dal debito verso terzi estranei. Il debito, poi, ha natura universale radicata sul concetto biblico della remissione periodica, giubilare, comunque parziale e condizionata. L’equivoco è nel “prestare” e non nel “dare”. E sul prestito verte il millenario equivoco che aggioga individui e popoli a scaltri mercanti che assoggettano il proprio prossimo, a partire dai propri fratelli, all’insegna di “tu presterai a molte genti, e tu non prenderai nulla in prestito; e signoreggerai sopra grandi nazioni, ed esse non signoreggeranno sopra te” (Deuteronomio, 15,6). Spirale usuraia, balzata evidente a Pound dall’esame della fondazione della Banca d’Inghilterra (1696), cui nemmeno le considerazioni scientifiche di Carlo Marx era approdata. Il non-pensatore e non-filosofo Ezra Pound intrise ogni sua pagina, delle tante composizioni, del fondamento basato sulla prevaricazione monetaria ed economica concretata dalla casta dei gestori del denaro. 

Gli incontri incidentali di Pound con gli accadimenti coevi, nel tormentato tempo vissuto, vertente anche sul non trascurabile episodio della seconda guerra mondiale, potrebbero apparire dettagli di conforto alle tesi poundiane . Ma, se intendiamo ridere sui clamorosi abbagli dei roditori d’università e dei frammassoni della critica letteraria e non, possiamo soffermarci sull’apertura del Canto 41°: “Ma qvesto,” disse il Duce, “è divertente” / afferrando il punto prima degli esteti; “. Pagine sprecate per sostenere, con estrema leggerezza, che la superficialità di Mussolini (tesi preconcetta) avrebbe gratificato l’ottenimento di un volume sui Cantos nell’udienza a Palazzo Chigi il 30 gennaio 1933, mentre sarebbe bastato andare a consultare i volutamente negletti scritti "economici” (frammistione di estrema e raffinata poesia con temi di concretezza morale ed economica) per apprendere che il poeta Pound aveva indicato al potente del momento il singolare criterio di “non far pagare le tasse ai cittadini” solo onerando l’emissione e circolazione monetaria – concessa dagli stati a banchieri privati in funzione di tesoreria – dell’esatto prelievo preteso dai cittadini stessi. Una funzione sociale che a chi ha solo consuetudini di carriera accademica, e nessuna sensibilità umana per il proprio prossimo, è inimmaginabile. Domenico Pellegrini Giampietro è altro esempio – dei pochi che posso citare per
esigenze di spazio – sfuggito “agli esteti” o (ne sono profondamente convinto) taciuto per accodarsi alla “falsificazione della storia”. 
Le doviziose e pasticciate indagini storiche del dopoguerra, generalmente redatte “ad usum delphini” per servile ossequio al padrone/vincitore del conflitto, hanno taciuto l’attività del Ministro delle Finanze della Repubblica Sociale Italiana (che i servili somari hanno indicato “di Salò” ignorando che a Salò erano solo alcuni uffici periferici e non fondamentali del governo di quello Stato) incentrata sia sulla custodia e protezione della riserva urea italiana, ceduta dal sovrano fuggiasco e dal suo governo nell’agosto 1943 al Reich germanico, sia sul bilancio dello Stato per l’anno 1944, chiuso in attivo malgrado l’erogazione di 10 miliardi di lire mensili alle forze armate germaniche, per il loro apporto bellico, in rispetto di un compromesso del 3 agosto 1943 sottoscritto da Badoglio per 5 miliardi mensili da corrispondere alla Wermacht a sostegno delle attività di poche divisioni militari operanti sul suolo italiano, in qualità di alleate. I 120 miliardi di lire (superiori quattro volte gli introiti fiscali tributari) necessari furono reperiti mediante l’obbligatorio conferimento di denaro liquido accumulato dal tesoriere/banca d’Italia (che lo “riteneva in proprio” come ancor oggi avviene per la repubblica attuale) e devoluto al pubblico erario. 
Nel contempo, il formale e farsesco Regno del Sud, esautorato in ogni ruolo da governatori militari Alleati che esercitavano ogni sorta di potere, anche quello di condizionare esistenza e parola ai formali membri del governo (cooptato tra pochissimi autoinvestiti), svuotava le casse delle banche locali, e stampava in oceaniche quantità incontrollate le tristemente famose AM-Lire, creando volutamente inflattivo che ebbe a scemare solo con l’assoggettamento dei territori del Nord, governati per venti mesi dalla RSI con oculatezza e rigore onesto, trasparente, amministrativo: piattaforma di ripresa del dopo guerra dell’intiero nuovo stato, di fatto protettorato dei vincitori per molto tempo a venire. Ebbene, come non assurgere al ruolo dei Cantos Domenico Pellegrini Giampietro (che negli anni ’50 e ’60 fu nell’ospitale Brasile autore del successo economico di quel vasto Paese)?
E come non considerare i punti 3° e 15° della Carta Costitutiva della Repubblica Sociale Italiana (i famosi “18 punti di Verona”) che contemplano rispettivamente l’obbligo di rendiconto della pubblica amministrazione verso ogni cittadino e il diritto alla proprietà della casa (e non il diritto della proprietà), fondamenti che la “più illuminata e democratica” costituzione della repubblica italiana non contempla, omettendo anche di indicare il termine della sovranità monetaria? Di tutto ciò Ezra Pound – degno di manicomio criminale per decisione incidentale e non definita della giustizia democratica statunitense – ne fece tesoro. Non episodicamente, non casualmente. L’opera poundiana, infatti è caratterizzata costantemente dal filo conduttore che pone l’Uomo al centro del doveroso interesse e riguardo dei governanti, al centro delle considerazioni speculative del Poeta, il quale, influenzato dalla approfondita conoscenza della dottrina di governo del Maestro Kung/Confucio, certamente sorpreso di quanto in Italia - non solo sul piano delle idee e programmatico – si concretò redimendo la terra, bonificando e riforestando il territorio, esaltando la cura spirituale e materiale dei cittadini tutti (dagli asili nido dell’opera nazionale maternità ed infanzia, alla scolarità obbligatoria, alla previdenza sociale reale – scardinata nel 1961 con la vanificazione delle riserve immobiliari a garanzia pensionistica – a molto altro), fondando città e province anche in lontane e inospitali terre, ebbe a considerare il rinnovamento italiano sintomo del proprio ideale morale sociale. Idee fondamentali, non da poco, non inseguenti vani impulsi di riforme, ma anelanti a quella rivoluzione umana dello spirito che, da millenni, si attende, vanificata dalla ingordigia e avidità di chi l’esistenza altrui avvelena ed imprigiona soprattutto con assoggettamenti non formali dovuti alla prevaricazione del denaro. Che, nella sua materialità, rappresenta un atto di intolleranza ed odio per gli altri. Contrario all’AMOR reiterato e cantato dal più sensibile Poeta che l’umanità abbia mai generato.

(pubblicato su LETTERATURA TRADIZIONE, anno VI n°23, 2002/2003, Pesaro)

sabato 20 febbraio 2016

Antonio Pantano: Piero Buscaroli


Piero Buscaroli nel ricordo di Antonio Pantano





diffuso in tre canali Youtube, il RICORDO per PIERO BUSCAROLI ha, in meno di una settimana, avuto circa 1000 visitatori. MERITATA CONSIDERAZIONE per il più ALTO UOMO DI PENSIERO e CULTURA EUROPEO ed UNIVERSALE del XXI secolo !

mercoledì 3 febbraio 2016

ANTONIO PANTANO : EZRA POUND

EZRA POUND

15 mesi dopo mi COMPLIMENTO con PASSEPARTOUT per la BELLA ed EFFICACE importante RIUSCITA di questo video: Antonio Pantano, che ringrazia e, forse in ritardo, si commuove, pensando anche a Domenico Longo, Savino Frigiola, Marino Solfanelli, Manlio Sargenti , Paolo Signorelli e Giacinto Auriti, tra i tanti, che da LASSU' ci guardano in ogni momento

PAGINA DI DIARIO di Raniero Celani letta da Antonio Pantano

PAGINA DI DIARIO di Raniero Celani letta da Antonio Pantano

venerdì 22 gennaio 2016

8 settembre 1943: precisazione sui tesori dei Savoia - Prof. Pantano Ant...

QUANDO EZRA POUND INCONTRO' IL DUCE - ANTONIO PANTANO

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8 settembre 1943: precisazione sui tesori dei Savoia - Prof. Pantano Ant...

ANTONIO PANTANO - Mussolini, Luigi Razza e le bonifiche pontine

EZRA POUND E IL CENTRO DI DETENZIONE DI METATO - Antonio Pantano

EZRA POUND, Politici camerieri dei banchieri e guerre volute dagli usura...

EZRA POUND E LA REPUBBLICA SOCIALE di ANTONIO PANTANO

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QUANDO EZRA POUND INCONTRO' IL DUCE - ANTONIO PANTANO

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mercoledì 13 gennaio 2016

Il fatale 8 settembre 1943: qualche dettaglio non considerato

Le vere cause della II Guerra Mondiale

Un popolo senza principi e conoscenza non ha futuro

Antonio Pantano. Da quota novanta agli odierni criminali dei derivati ba...

Antonio Pantano: trombettieri e contaballe ( di storia)

L'arresto di Mussolini fu progettato molto prima del 25 luglio 1943

L'ULTIMO ESPLORATORE # 7 - LUIGI RAZZA, MUSSOLINI E I SALARI NELL'AGRICO...

EZRA POUND Contro l'Usura - Canto XLV letto da Antonio Pantano

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